Seconda Obbiezione del Caterus
rivolta al Descartes concernente l’individuazione del principio originario della Causalità della Causa divina e Risposta del nostro Filosofo che la considera, invece, come semplice idea regolativa di una serie ordinata dalla quale si originano le altre serie
di Gaetano Origo
A volere tratteggiare più articolatamente l’esame della Seconda Obbiezione rivolta dal Caterus al Descartes concernente la questione relativa alla domanda se le cause, ordinariamente considerate, producono le idee, o se queste debbono invece, essere stimate come originarie ed innate disposizioni contenute in ogni singolo individuo ragionevole e pensante che non ha, pertanto, affatto bisogno di ricorrere ad alcuna causa esterna per dirigersi compiutamente verso gli sterminati campi della ricerca, è ciò che viene richiesto di esplicare al nostro Filosofo. Occorre, perciò, che il Descartes si esprima autorevolmente, visto e considerato che trattasi di cause efficienti che vengono da taluni autori ed interpreti individuate nel loro costante dirigersi retroattivo a quelle anteriori, e da queste sino ad una individuata, ma solo supposta, Prima Causa intesa come origine di tutte le idee presenti e successive, la cui relazione tra queste e quella non è stata neppure, ed in modo alcuno, secondo il Caterus, provata sia da Tommaso D’Aquino, sia da Aristotele, che avrebbero, invece, avuto la possibilità di sostenere il proprio impianto dottrinario ricorrendo al nesso generale causale entro cui sono designati e descritti i compiti delle singole cause che agiscono secondo un interno impulso meccanico il cui fine è quello di individuare la realtà di un mondo pienamente ordinato e funzionale corrispondente agli intendimenti degli individui ragionevoli e pensanti non solo del loro tempo, ma anche di quello successivo e relativo alle altre generazioni umane. D’altronde non deve affatto escludersi alcuna azione provocata dall’interno dinamismo delle forze che le sorreggono a pieno titolo, conformemente alle disposizioni contenute nelle cause originarie che si affrettano – per così dire – a generare i propri effetti, in quanto pure nuove cause che si spingono, in virtù del loro congiungimento retroattivo, a risalire a quelle anteriori, sino alla Causa prima, fonte inesauribile e principio al contempo di tutte le idee che per taluni autori ed interpreti costituiscono il fondamento pregevole delle loro articolazioni discorsive che si connettono, in ogni caso, con gli individui ragionevoli e pensanti che le espongono a pieno titolo. Se, di contro, rispetto al già individuato meccanismo causale, si dovesse sostenere che le idee si generano propriamente da se stesse e non da altri agenti estranei, e se tra queste si trovasse anche l’Io, bisognerebbe a questo punto sottolineare lo sforzo di ciascun individuo ragionevole e pensante che si è sforzato per costituirsi in piena autonomia e feconda libertà, avendo a disposizione il flusso delle idee che, hegelianamente intese, hanno mani e piedi,per penetrare nelle realtà complesse delle attività umane il cui agire richiama il ruolo perspicace esercitato dall’intelligenza investigativa che lo esplica riflessivamente, che è in realtà quello dell’Io, chiamato ad occupare sempre, e costantemente, ulteriori nuovi posti nella ricerca selettiva dei nuovi ritrovati della scienza.